Ecco come siamo amministrati, notte fonda della nostra agricoltura

Chi si ricorda del ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno? Il giorno prima delle sue dimissioni da ministro  si preoccupò di nominare 38 commissari di altrettanti consorzi agrari in liquidazione, da Taranto a Genova, da Roma a Sassari, da Torino a Napoli.

Non che la cosa non fosse lecita dal punto di vista formale, la storia è però alquanto significativa dal punto di vista morale e sulla lettura di queste tristi pagine di storia italiana.

Agricolae (www.agricolae.eu) svela altri incredibili retroscena della vicenda Federconsorzi.

Una assurda vicenda che porterà il Governo Renzi a dover mettere mano al portafoglio per circa un miliardo di euro. Un vero e proprio salasso per un paese come il nostro che ha tuttora quasi 2.200 miliardi di debiti che non riesce a far calare.

Ma dove saranno reperite queste risorse? In arrivo un aumento della pressione fiscale agricola? Alla fine saranno sempre gli agricoltori a pagare, ma questa volta daremo i nostri soldi a un fondo straniero.

E l’Italia del “risparmio” continua …

La Cassazione decide lì dove il Parlamento non lo aveva fatto e ‘impone’ con sentenza del 10 febbraio 2016 di mettere a bilancio circa un miliardo di euro con interessi Tus al 4,40% in 30 anni . Toni trionfalistici partono da Palazzo Rospigliosi con il presidente Moncalvo che – da quanto ha potuto verificare Agricolae – parla nelle mail di decisione “che rasserena e ci rinforza” e di futuro impegno per il processo di ricostituzione e rilancio della rete dei consorzi agrari e qualcuno dei dirigenti scrive anche “per fortuna che Coldiretti c’è”, ma la fine della storia non sembra essere così lieta come in realtà si presenta.

Da quanto apprende Agricolae infatti, sembra che la maggior parte dei crediti, del famoso “tesoretto” che il governo dovrà pagare (chissà come e quando) mettendo mano al portafoglio nelle prossime – probabilmente più di una – legge di Bilancio, finirà a un fondo di investimento straniero che ha comprato tempo fa i crediti per poche lire. Raggiungendo così una plusvalenza straordinaria.

In pratica il Governo si troverà a togliere risorse nazionali per foraggiare le banche di paesi stranieri. Un’operazione che – sempre da quanto apprende Agricolae – avrebbe fatto imbufalire il premier Matteo Renzi che non avrebbe esitato a “mettere in mora” il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ‘colpevole’ di non averlo messo al corrente dell’entità della questione.

Ma c’è di più. Per rendere esecutiva la sentenza occorre registrarla depositando il 3 per cento del valore, che corrisponde a circa 27 milioni di euro da tirare fuori cash.

Mentre ai commissari liquidatori Andrea Baldanza , di Torre del Greco, e Antonino Sciacchitano, di Corleone, dovrebbe andare una percentuale sui circa 900 milioni di euro di cui lo Stato sarebbe debitore.

 

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